3 Mar
2014

La sottile arte delle sette stelle

Sottopostomi ieri sera alla visita dell’ortopedico “da remoto”, finalmente tornato in patria dalla terra delle pecorelle, si è confermata una delle vecchie teorie elaborate in anni di “osservazioni” (*) medico-ortopediche: la ricerca degli tsubo del malato al fine di arrecare il maggior dolore possibile.

Al termine dei 5 anni di medicina generale, uno dei corsi propedeutici alla carriera ortopedica deve essere l’ “Hokuto Shinken” o “Hokuto Ryuuken”, a seconda dell’università prescelta e della filosofia seguita. Questa pratica, data x scontata da qualunque ortopedico, viene seguita con particolare piacere e soddisfazione: il massimo del godimento avviene quando c’è una platea di spettatori con cui dare sfoggio dell’arte della pressione. Questo accade xè fra gli astanti c’è sempre qualcuno che è già finito nelle suddette mani, che ride di fronte all’altrui sofferenza, avendo già patito esso stesso egual sorte, ma con spirito di condivisione e senza la sadicità del seguace di Hokuto: è in queste occasioni che viene celebrato l’antico detto “mal comune, mezzo gaudio”.

La gioia della diagnosi è seconda solo al piacere della terminata sofferenza. E come non considerare l’effetto da sindrome di Stoccolma che ci rende grati della prestazione amichevole del nostro ortopedico!!! ^_^

Detto questo, almeno sono stato sollevato dall’utilizzo del tutore…. 😀

(*) Il gruppo di osservazione comprende la Duchessa, il Doge, la Fra e tutte le amicizie correlate all’ortopedico stesso… 😀

So, what do you think?